Melancholia – “n4” – Terra, radici e alluminio
Melancholia – “n3” – Terra, radici e alluminio
Melancholia – “n2” – Terra, radici, pietre e alluminio
The Melancholia series of works was born after reading Masanobu Fukuoka, a Japanese botanist, philosopher and farmer, who has dedicated more than fifty years to agriculture as a spiritual path. Defined by his compatriots as the “Lao Tzu of our times” for his great wisdom, he goes back to the roots of ancient agricultural traditions, questioning all the “wonders” of modern agricultural science, “it is better to keep science out of the world of barley”. Imagine obtaining incredibly abundant harvests without cultivation, neither chemical fertilizers, nor herbicides, trying to intervene as little as possible on the environment, following the footsteps of nature, rejecting all assumptions, all knowledge, all action: this is the agriculture of “non-action”. Man has tampered with, altered nature and its perfect system. Plowing impoverishes the soil, transplanting and agricultural technology lead to diseases and damage caused by insects, which man then scrambles to combat. Melancholia is a conceptual vision of ploughing, an impossible vertical ploughing. Earth, humus, roots, stones, contained within simple aluminium profiles, joined together, so as to describe a “vertical story” where the soil, mistreated by us, is the absolute protagonist. With Melancholia I wanted to express sensitivity without the arrogance of technique, to get away from the ego and obtain a work made of intimacy and introspection, through which the viewer can “feel” and reconnect with the earth. With Melancholia I wanted to express sensitivity without the overbearingness of technique, to get away from my ego and obtain a work made of intimacy and introspection, through which the viewer can “feel” and reconnect with the earth. The aluminium profiles that contain the earth also become a symbolic way to “take care” of it. The series of works Melancholia is also a sort of Noah’s ark: each work is created with earth from different parts of the world, a precious “cataloguing” of a simple and pure material, too often forgotten, fundamental for our life. The title of the work was born in relation to the sadness and distrust of man, unable to respect and listen to nature.
La serie di lavori Melancholia nasce dopo le letture di Masanobu Fukuoka, botanico, filosofo e agricoltore giapponese, che ha dedicato piu’ di cinquat’anni all’agricoltura come cammino spirituale. Definito dai suoi compatrioti il “Lao Tzu dei nostri giorni “ per la sua grande saggezza, egli torna alle radici delle antiche tradizioni agricole, mettendo in discussione tutte le “meraviglie” della moderna scienza dell’agricoltura ,“è meglio tenere la scienza fuori dal mondo dell’orzo”. Immaginate di ottenere raccolti incredibilmente abbondanti senza coltivazione, né fertilizzanti chimici, né diserbanti, cercando di intervenire il meno possibile sull’ambiente, seguendo le orme della natura, rifiutando ogni presupposto, ogni conoscenza, ogni azione: ecco l’agricoltura della “non -azione”. L’uomo ha manomesso, alterato la natura e il suo sistema perfetto. L’aratura impoverisce il suolo, il trapianto e la tecnologia agricola portano alle malattie e danni da insetti, che poi l’uomo si affanna a combattere. Melancholia è una visione concettuale dell’aratura, un’aratura verticale impossibile. Terra, humus, radici, pietre, contenute all’interno di semplici profilati di alluminio, uniti gli uni agli altri, in modo da descrivere un “racconto verticale” dove il terreno, da noi bistrattato è il protagonista assoluto. Con Melancholia ho voluto esprimere la sensibilità senza la prepotenza della tecnica, per allontanarmi dal mio ego e ottenere un’opera fatta di intimità e introspezione, attraverso la quale lo spettatore possa “avvertire” e riconnettersi alla terra. I profilati di alluminio che contengono la terra diventano anche un modo simbolico per “accudirla “. La serie di opere Melancholia è anche una sorta di arca di Noè: ciascuna opera è creata con terre che provengono da diverse zone del mondo, una preziosa “catalogazione” di un materiale semplice e puro, troppo spesso dimenticato, fondamentale per la nostra vita. Il titolo dell’opera nasce in relazione alla tristezza e alla sfiducia nei confronti dell’uomo, incapace di rispettare e ascoltare la natura.